Tempo fa ho letto un post su come scegliere i compagni di viaggio su NBM. Credo che il loro post dica già tutto, o quasi, quindi non vorrei dilungarmi troppo. In risposta, però, ho pensato di creare un piccolo album fotografico di alcuni dei miei compagni di viaggio di cui conservo ancora una foto, con qualche breve descrizione delle avventure passate insieme. Eccolo qua:
I miei genitori: i primi viaggi: Grecia, Tunisia, Egitto. Mi hanno fatto capire che c’è tutto un mondo da scoprire,là fuori. Basta prendere e partire.
Fede e Davide: 15 anni, un Interrail in Spagna e Portogallo. Il primo viaggio “da soli”. Insieme per scoprire che per viaggiare basta uno zaino e un paio di sandali… e anche che un viaggio in tre sarà sempre sbilanciato.
Katie, Pennsylvania: un viaggio in macchina di 12 ore per andare a trovare la sua famiglia in Ohio. Una specie di road-trip in fast-forward lungo un’infinita Highway americana, tra fast-food, rock a tutto volume, dormite e pilota automatico (sì, esiste).
Fede: un’infinità di “viaggi” assieme, in tutti i sensi: musicali, di studio, gite, trekking ed escursioni spacca-piedi. Con lui la prima Via degli Dei e una due giorni in tenda, sotto un temporale a sperare di non morire fulminati.
La Guzzi: che ti porta dove vuole lei, non dove vuoi tu. Su e giù per montagne, passi e tangenziali. Comodo come un pascià. Perché i viaggi nel XXI secolo sono anche veloci come un lampo.
Silvia e Johan (Svezia). Un anno in Cina con la prima: il mio primo viaggio di coppia, la prova del 9. Il mio primo 4000 metri in tenda sottozero con il secondo, sulla Cangshan. Insieme: la coppia più divertente che abbia mai conosciuto.
Philipp (Canada): incontrato il primo giorno ad Hong Kong. Mi ha fatto capire che ero sulla strada giusta. E che si possono trovare compagni di viaggio anche stando seduti per 10 minuti in una funivia.
Adam (USA). A lui il merito di avermi dato in mano un imbrago per la prima volta, sulla parete più sporca che io abbia mai visto. Sempre lui la prima persona a pronunciare la fatidica frase: “bene, adesso mollati dalla parete” per la prima volta. Paura.
Nima (Francia): compagna di ostello alle Chungking Mansions ad Hong Kong. Incontrata per caso nel corridoio, passiamo due-tre giorni in giro per l’isola tra mangiate, biciclettate e vecchie case coloniche abbandonate nella giungla.
Davide: due anni a Vienna. Perché ci sono compagni di viaggio che non hanno bisogno di un viaggio per essere compagni.
Elena Bau, ad Hong Kong. Perché è bello riscoprire delle vecchie amicizie in un posto tutto nuovo. E perché con lei non ci si stufa mai.
Stefano: Bratislava, Norvegia, parte dell’E5. Perché è la dimostrazione che alcune persone sono geniali, solo se prese a piccole dosi. 7 giorni è il limite. heheh
Marco, Annalisa, Daria ed Elisa. Perché mi hanno dimostrato che accompagnare qualcuno in viaggio non è per niente facile. E per avermi fatto notare che ognuno ha i suoi ritmi.
Daria: per avermi fatto capire che 50 chilometri in bici sembrano tanti, ma in realtà non lo sono. Da qui l’idea del viaggio in bici di 1800 chilometri per l’Italia.
La Signora (una Bianchi Migale): perché anche un oggetto non è sempre solo un oggetto. Come tutti i compagni di viaggio ha delle necessità, tiene compagnia, condivide. A volte fa incazzare di brutto.
Fabien (Francia) ed Elisa in Corsica: perché anche camminando si incontrano persone fantastiche. E perché basta un cenno della testa come per dire “ci siamo già visti ieri” per iniziare un viaggio insieme.
Megane (pronunciato Mègan, però, come una persona) ed Elisa in Corsica: perché anche un’auto può essere una casa, una compagna di viaggio, una sicurezza. Perché in macchina un viaggio assume un’altra dimensione: meglio o peggio? Semplicemente, diverso.
Lietissimo di essere nel novero.